Il Patrono

La storia di Sebiastiano

Sebastiano nasce a Narbonne, una colonia romana in Francia, o a Milano (secondo un racconto di S.Ambrogio) nel III sec. d.C. Educato nella fede cristiana dai genitori, si trasferì a Roma nel 270 e intraprese la carriera militare intorno al 283, fino a diventare tribuno della prima coorte della guardia imperiale a Roma, stimato per la sua lealtà e intelligenza dagli imperatori. Grazie alla sua funzione, poteva aiutare con discrezione i cristiani incarcerati, curare la sepoltura dei martiri e riuscire a convertire militari e nobili della corte, dove era stato introdotto da un domestico della famiglia imperiale.

Durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano contro i militari convertiti al cristianesimo, rifiutò di rinnegare la fede in Cristo e per questo fu condannato ad essere trafitto dalle frecce dei commilitoni. Miracolosamente sopravvive ai colpi infertigli dai commilitoni e quindi curato da una donna di nome Irene. Non appena ebbe sanato le ferite, tornò a sfidare l’imperatore che lo fece condurre in catene all’ippodromo del Palatino e flagellare a morte. Diventa quindi martire, ossia persona perseguitata e uccisa per aver dichiarato fino alla morte la sua fede in Cristo.

Durante il medioevo venne spesso invocato contro la peste, e infatti a Breganzona venne costruita la chiesa intitolatagli dove si presume si sia fermata l’avanzata del flagello.

Nel corso dei secoli il martire ha incontrato grande favore nelle arti figurative e nella letteratura, tanto che il suo nome, in origine legato al sacrificio per la fede in Cristo, con il tempo ha finito per identificarsi con l’eroe, l’uomo capace di dare prova di eccezionale virtù di fronte alle avversità della vita. È il patrono (ossia il protettore di una comunità cristiano) della nostra sezione, ma anche degli atleti, degli arcieri, dei vigili urbani e dei tappezzieri. La sua festa si celebra il 20 gennaio.